1918 - Giunge in Italia il virus dell'influenza "Spagnola"
      	
		Con l'espressione "Influenza spagnola" si identifica una pandemia che causò la morte di 
		almeno 50 milioni di persone nell'arco di un paio di anni. Ma, a dispetto del nome, il virus non ebbe origine 
		nel paese iberico.
		La Spagna diede il nome all'influenza grazie alla libertà di stampa, non soggetta a censura militare come 
		negli altri paesi europei. In realtà, il virus era giunto in Europa dagli Stati Uniti d'America, dove, nel marzo del 1918, 
		furono registrati i primi focolai di infezione (a Detroit, nel South Carolina e nel penitenziario di San 
		Quentin).
		L'agente patogeno fu portato dalle truppe americane appena sbarcate in Francia e infettò l'intera Europa nel 
		breve arco di quattro-cinque mesi. I primi casi si ebbero nei pressi dei magazzini militari di Bordeaux 
		nell'aprile del 1918 e da li il contagio si estese ai reparti del corpo di spedizione britannico. A maggio, 
		in Italia ed in Spagna, furono individuati i primi soldati colpiti dalla malattia. 
		Pochi giorni dopo, 
		il morbo raggiunse anche la Germania e l'Austria. La rapida diffusione della febbre spagnola fu favorita 
		dalla guerra di posizione: le trincee dei fronti occidentali costituivano, infatti, l'ambiente ideale per il 
		contagio.
 
		La cattiva igiene, la promiscuità e lo scarso vettovagliamento rappresentarono un fattore amplificatore 
		dell'agente patogeno che in breve interessò anche i civili. Le vittime preferite dal virus erano rappresentate 
		da individui giovani (20-40 anni di età) ed in buona salute. Il tasso di mortalità era molto elevato (in alcuni 
		casi si registrarono anche il 25-30% di decessi tra le persone infettate) e questo lascia facilmente immaginare 
		quale impatto dirompente ebbe sulla società europea già duramente provata da quattro anni di guerra.