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Il capo di Stato maggiore italiano, il generale Luigi Cadorna, fu sostituito dal generale Armando Diaz dopo la rotta di Caporetto.

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Terzaclasse.it > 1897-1921 > 1917 - Rotta di Caporetto (XII Battaglia dell'Isonzo)

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1917 - Rotta di Caporetto (XII Battaglia dell'Isonzo)

Luigi Cadorna La guerra tra il Regno d'Italia e l'Impero Austro-ungarico si trascinava per il secondo anno consecutivo. Le operazioni sulle Alpi orientali non avevano prodotto i risultati attesi. Le offensive italiane sull'Isonzo (X e XI battaglia dell'Isonzo –dal 12 maggio al 31 agosto del 1917) e sull'Ortigara (giugno 1917) avevano causato decine di migliaia di perdite tra morti e feriti ma non erano approdate a conquiste territoriali sostanziali.
Nell'ottobre del 1917 gli italiani (e gli austriaci) si stavano preparando al terzo inverno di guerra fiduciosi che ci sarebbe stato un rallentamento delle operazioni belliche dovuto ai rigori della stagione come era già avvenuto negli inverni precedenti. Ma non immaginavano che questa volta sarebbe stato diverso. Molto diverso. Approfittando del disfacimento dell'esercito russo sul fronte orientale e al rallentamento delle operazioni belliche sul fronte occidentale, gli austro-ungarici e i loro alleati tedeschi riversarono sulle alpi nuove divisioni. Gli alti comandi volevano sfruttare l'occasione e riversare nei confronti degli italiani una possente offensiva che avebbe dovuto assestare la gspallata finaleh all'esercito nemico.
Alle ore 2.00 del 24 ottobre la 14^ armata comandata dal generale Otto von Below e la 10^ armata del generale Krobatin attaccarono un tratto limitato delle difese italiane tra Prezzo e Tolmino con l'intenzione di sfondare le linee del Regio Esercito e invadere la pianura veneta. Lo sfondamento avvenne a Caporetto e creò tra le file italiane sorpresa e sbandamento. Nonostante la strenua resistenza delle linee avanzate, il IV corpo d'armata fu accerchiato e la 2^ armata del generale Capello dovette ripiegare. Il 27 ottobre il generale Cadorna ordinò alla 2^ e all 3^ armata di ripiegare sul fiume Tagliamento. Il giorno seguente cadde la città di Udine. Contro tutte le previsioni il Regio Esercito riuscì a riorganizzare le proprie file e ad organizzare una vittoriosa linea di difesa sul fiume Piave dove riuscì ad arrestare l'avanzata degli austro-ungarici.

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