Da Terzaclasse.it

Didascalie

In alto: emigrati italiani davanti ad una banca chiusa per problemi finanziari.
In basso: gruppo di italiani in posa davanti all'ingresso del consolato (e a ben due banche italiane).

Note

1 - Il principale esponente politico precursore di questo pensiero fu Sidney Sonnino che già nel 1883 affermò che l'emigrazione poteva rappresentare una "preziosa valvola di sicurezza" in grado di impedire a chi restava, disordini di ogni specie (Atti Parlamentari, tornata del 7 maggio 1883, vol. I, pag. 115-125).

2 – In realtà, l'ammontare reale delle rimesse fu maggiore in quanto molti emigranti preferirono affidare i propri risparmi a conoscenti che rientravano in Italia o a canali di trasmissione non ufficiali. Il totale delle rimesse "ufficiali" fu, invece, calcolato dall'istituto Centrale di Statistica in base ai dati disponibili deducibili dalle transazioni fatte dal Banco di Napoli, dalle Casse di Risparmio postali e dalla contrattazione dei vaglia postali internazionali.

3 – Nelle case di chi era emigrato entrarono, per la prima volta, generi alimentari e beni voluttuari fino ad allora ritenuti appannaggio delle sole famiglie benestanti. Tuttavia, i benefici non si limitarono solo a questo aspetto: cambiarono gli stili di vita di parecchie donne rimaste a casa: il dover gestire le risorse economiche della famiglia (terre, case, bestiame), la necessità di frequentare gli uffici pubblici per curare le pratiche burocratiche e trattare gli acquisti di beni strumentali spesso consentì loro di acquisire un ruolo di primo piano nella società rurale del tempo e affrancare l’antica sottomissione al capo famiglia

L'emigrazione italiana

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I risvolti economici della Grande emigrazione.

I risvolti economici dell'emigrazione di massa

Banca italiana a New York Tra il 1876 e il 1980 sono partiti dall'Italia per motivi economici più di 27 milioni di persone. Anche se una buona percentuale di esse sono in seguito rimpatriate, il dato lascia immaginare quali implicazioni economiche e sociali abbia avuto il "fenomeno dell'emigrazione" sul nostro Paese.
Quasi tutti coloro che sono espatriati lo hanno fatto per assicurare a se stessi e alla propria famiglia un futuro più dignitoso è una considerazione maggiore nella scala sociale. Se si osserva, invece, l'emigrazione non con gli occhi del singolo emigrante, ma con quelli generali le cose diventano subito più complesse. L'Italia di fine '800 era un Paese gravato da un'economia pre-industriale colpita, oltretutto, dalla crisi economica degli anni '90 che mise a dura prova il settore agricolo che rappresentava, all'epoca, la principale risorsa economica della grande maggioranza della popolazione.
Il crollo dei prezzi dei prodotti agricoli e la forte fiscalità imposta dallo Stato ridussero sul lastrico decine di migliaia di piccoli produttori agricoli e, di conseguenza, fatto aumentare la conflittualità sociale. In questo contesto, l'emigrazione fu vista, da molti esponenti della classe politica e da quella economica, come una possibile "valvola di sfogo" in grado di calmierare la pressione esercitata dai ceti popolari e assicurato al paese un sicuro beneficio economico grazie alle prevedibili rimesse in denaro spedite in patria dagli emigrati (1).
L'idea della "valvola di sfogo" ebbe i suoi effetti previsti: tra la fine del XIX secolo e i primi anni del '900 partirono dal Paese circa 8 milioni di persone dirette, soprattutto, verso le mete transoceaniche. Questa massa di persone una volta giunta nei luoghi di accoglienza iniziò a riversare sulla madre patria una vera e propria pioggia di denaro guadagnato grazie al duro lavoro dell'emigrante.

Le rimesse in denaro

Italiani davanti al consolato Tra il 1902 e il 1905 l'ammontare delle rimesse "ufficiali" raggiunse l'equivalente di oltre 161 milioni di lire mentre nel quadriennio successivo fu di 304 milioni per raggiungere, nel solo anno 1913, la cifra di ben 716 milioni di lire (2). Nel corso della Prima Guerra Mondiale il flusso di denaro ebbe una flessione sostanziale ma, subito dopo il conflitto, le rimesse ripresero a crescere tanto che, grazie anche alla svalutazione postbellica, il denaro inviato in Italia dall'estero raggiunse, nel 1919, l'incredibile cifra di 3 miliardi di lire e di 5 miliardi nell'anno successivo.
Come era stato previsto, questa valanga di denaro ebbe effetti positivi sull'economia italiana.
In primo luogo, i benefici si riversarono sulle famiglie degli emigranti che poterono saldare i debiti contratti al momento della partenza del congiunto (costo del biglietto e prime necessità in terra straniera) per, subito dopo, aumentare il proprio tenore di vita potendo acquistare beni di prima necessità (3). tuttavia, raramente il denaro risparmiato fu investito per la creazione di nuove attività produttive o per assicurare al nucleo familiare i mezzi di sostentamento futuri.
In questo campo l’emigrante ha dovuto scontare la mancanza culturale di strategie imprenditoriali che gli avrebbero consentito di investire in modo proficuo il denaro guadagnato con anni di duro lavoro. La nuova disponibilità economica delle classi popolari ebbe notevoli ricadute anche per le casse dello stato e per l'economia italiana.
Grazie al denaro delle rimesse il Regno d'Italia fu in grado di riequilibrare la bilancia dei pagamenti con l'estero e beneficiò del rafforzamento, sui mercati dei cambi, del valore della lira. Grazie alla fiscalità e alla gestione dei depositi di risparmio lo stato riuscì anche a finanziare lo sviluppo industriale del paese che ebbe un ruolo fondamentale nel sostenere la crescita economica dell'"Italia Giolittiana”.

Bibliografia

Commissariato Generale dell'Emigrazione, “Annuario statistico della emigrazione italiana dal 1876 al 1925”, Roma 1926.

Masullo G., “Economia delle rimesse”, in: Bevilacqua P., De Clementi A., Franzina A. (a cura di), “Storia dell’emigrazione italiana. Partenze”, Donzelli Editore, Roma 2001.

Stella G. A., “Odissee. Italiani sulle rotte del sogno e del dolore”, Rizzoli editore, Milano 2004.

Per approfondire

Legge 1° febbraio 1901 n. 24 sui risparmi degli emigrati. (Leggi...)

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