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L'energia del vapore fu l'elemento propulsivo per lo sviluppo industrale europeo. I piroscafi e i treni trainati da locomotive a carbone fecero muovere l'intero continente.

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Terzaclasse.it > 1877-1896 > 1882 –- Inaugurazione della galleria del Gottardo

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1882 –- Inaugurazione della galleria del Gottardo.

Locomotiva a vapore Nella seconda metà del XIX secolo in Europa si assistette ad un notevole impulso degli scambi commerciali tra i paesi del continente. Questo fu dovuto principalmente allo sviluppo industriale delle nazioni del nord Europa che avevano bisogno di aprire nuovi mercati, alla formazione di stati nazionali e, non da ultimo, l'apertura del canale di Suez (avvenuta il 17 novembre del 1869) che diede il definitivo impulso alla necessità di collegare gli scali marittimi mediterranei con le economie transalpine.
Le Alpi rappresentavano una formidabile barriera che andava superata e questa esigenza era particolarmente sentita dal Regno d'Italia, cosciente che bisognava ridurre il proprio isolamento per dare avvio ad un vero e proprio sviluppo industriale. Nel 1867 venne definitivamente aperta la via del Brennero che avrebbe collegato Verona con Innsbruck in Austria mentre, sul versante francese, seguì la realizzazione della galleria del Frejus (aperta nel 1871) che metteva in comunicazione Bardonecchia in Italia con Modane.
Occorreva a questo punto, creare un collegamento diretto tra la pianura padana (e il porto di Genova) con la Germania attraverso un percorso strategico che non potesse ricadere sotto il controllo francese. Nacque così il progetto di una linea ferroviaria che avrebbe attraversato la Svizzera superando le Alpi grazie ad una galleria che interessava il massiccio del San Gottardo. I lavori iniziarono nel 1872 e proseguirono fino al 1882 grazie a finanziamenti da parte dello stato italiano, con 45 milioni di franchi svizzeri, della Svizzera e della Germania con 20 milioni di franchi ciascuna.
Fu scavata una galleria unica che ospitava i due binari. L'opera sarebbe stata lunga 15.003 metri e avrebbe messo in comunicazione Airolo nel canton Ticino con Gö nel canton Uri. Ai lavori parteciparono soprattutto operai italiani che dovettero affrontare notevoli difficoltà ambientali (alloggi di fortuna, scarsa igiene, basse retribuzioni) e di lavoro: durante le operazioni di scavo, che avvenivano in un ambiente dove predominavano il caldo soffocante, l'umidità e i vapori nocivi sprigionati dalle macchine operatrici, vi furono quasi 200 vittime e centinaia di feriti.

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