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Il re sabaudo Vittorio Emanuele II ebbe un ruolo fondamentale nel processo di costruzione del nuovo Regno d'Italia.

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La Seconda Guerra di Indipendenza italiana

Vittorio Emanuele II Agli inizi del 1859 (gennaio 1859) il regno di Sardegna e la Francia siglarono un patto di alleanza in chiave anti austriaca. Vienna, assai contrariata da questo atto diplomatico avvenuto in un'Europa piena di tensioni sociali e politiche, fece recapitare a Torino (23 aprile) un ultimatum con il quale impose condizioni inaccettabili (tra le quali anche una sostanziosa smobilitazione dell'esercito sabaudo).
Vistasi respinto l'ultimatum, l'Austria prese l'iniziativa militare e fece avanzare le proprie truppe in territorio piemontese fino a Vercelli. La controffenziva franco-piemontese non si fece attendere e costrinse l'esercito austriaco a indietreggiare verso il Ticino dove i due eserciti ingaggiarono battaglia (battaglia di Magenta). Con la vittoria al Ticino, gli alleati ottennero la liberazione, dalle truppe austriache, di Milano e di gran parte della Lombardia.
La guerra, tuttavia, non era ancora terminata: lo scontro decisivo avvenne a sud del lago di Garda con le battaglie di San Martino e di Solferino (24 giugno) con gli austriaci costretti a ripiegare oltre il Mincio. L'8 luglio, a Villafranca, fu siglato l'armistizio. In un successivo incontro tra Napoleone III e Francesco Giuseppe (11 luglio) si decise di cedere la Lombardia al Piemonte attraverso un rapido passaggio in mani francesi.

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