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Il quotidiano La Tribuna su Adua
Il quotidiano "La Tribuna" di Roma pubblica, il giorno 4 marzo 1896, i primi articoli e telegrammi arrivati dal'Africa circa la battaglia di Adua.
Le notizie sono ancore frammentarie e imprecise: si parla, ad esempio, di battaglia di Abba Garima località che per un certo tempo identificò il luogo dello scontro.

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Quotidiano "La Tribuna" del 4 marzo 1896

Mercoledì 4 marzo 1896 pag. 1

La situazione in Africa
Come i lettori possono vedere dal piccolo schizzo topografico che pubblichiamo, il generale Baratieri, che per circa un mese s'era tenuto sulla difensiva sulla catena di alture che costituiscono il distretto di Entisciò, per ragioni che ci sfuggono, ha mutato improvvisamente parere, e la sera del 29 febbraio s'è messo in marcia per Adua, distante una quarantina di chilometri dalle posizioni da lui occupate.
L'incontro è avvenuto ad Abba Garima, a sette o otto chilometri da Adua, ove il defilè delle montagne sbocca nella conca dello stesso nome.
Rovesciate l'una sull'altra e trovatesi nell'impossibilità di spiegarsi in battaglia e di servirsi dell'artiglieria, le nostre tre colonne si sono ritirate per la via Entisciò-Sanafè- Adi Calè (Adi Caiè è al nord di Sanafè, al crocevia della trasversale che conduce a Coatit): sono più di 130 chilometri che i nostri han dovuto percorrere, probabilmente inseguiti molto da vicino dal nemico. Da Addi Caiè il generale Baratieri può ricongiungersi col generale Lamberti all'Asmara (90 chilometri) o a Massaua. La prima ipotesi non ha molte probabilità di avverarsi; nè molta più probabilità ha la speranza che l'on. Baratieri possa nel centro dell'Okulè-Kusai ove si trova, riunire i dispersi e fronteggiare gli abissini.
Sinora non si hanno notizie dell'avanzarsi di costoro, ma, secondo ogni più ammissibile presunzione, se non si fermeranno ancora per qualche tempo secondo la loro abitudine, prenderanno la via di Archico e di Massaua. Il primo compito del generale Baldissera appena sbarcato, sarà dunque la difesa di Massaua. Ove, come ognuno deve augurarsi, questa dolorosa eventualità non si avveri, è evidente che la base delle future spedizioni sarà l'Asmara.

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La situazione prima della battaglia
Massaua, 2, ore 6,33 pom.
La ultima notizie dal campo (29 febbraio) danno gli scioani sempre accampati nella conca di Adua. Menelich e la regina Taitù nei giorni scorsi si sono recati alla chiesa di Axum a pregare.
Il nostro campo è sempre a Sauriat. La salute e il morale delle truppe sono ottimi. Il colonnello Ripamonti, coll'intendenza del corpo di spedizione, si è recato da Adigrat ad Adi Caiè.
Il battaglione cacciatori è rimasto a presidiare Adigrat.
Dopo lo scontro di Mai-Marat, i ribelli dell'Agamè sono tranquilli; sembra siano sorti tra loro dei dissidii per la divisione delle recenti razzie, sulle quali ras Sebat pretendeva la parte del leone.
Le retrovie sono tranquille e guardate da tre battaglioni fanteria e da molta truppa indigena.
Le voci sparsesi nei giorni scorsi intorno ad un attacco di Cassala, da parte di un corpo di ottomila Dervisci, sono smentite. Sembra siano sorte dal fatto che, negli ultimi giorni, aumentarono le scorrerie dei soliti cavalieri baggara.
Le comunicazioni telegrafiche - che erano state da loro interrotte - sono state ristabilite.
Gli undici battaglioni e le due batterie ultimamente arrivate, partono man mano per l'altipiano.
Il 5° battaglione bersaglieri, il 27° e il 29° fanteria costituirono il 10° reggimento comandato dal colonnello Clericetti, mentre il 26°, il 28° ed il 30° fanteria formarono l'undicesimo reggimento comandato dal colonnello De Paolis. Ieri giunsero quì, accompagnati dal tenente Crispo, i soldati bianchi rimasti feriti negli scontri di Alequà e di Sectà, Partiranno subito per l'Italia.

Eduardo di Gennaro

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La battaglia
L'agenzia Stefani comunica:
Massaua, 2 (ore 3,25 pom.) - Un telegramma dal campo informa che il generale Baratieri si è deciso, la sera del 29, d'attaccare la mattina del 1° marzo le postazioni dell'esercito scioano in tre colonne.
A sinistra la colonna del generale Albertone, composta di quattro battaglioni indigeni e da quattro batterie da montagna.
Al centro la brigata del generale Arimondi con due batterie da montagna.
A destra la brigata del generale Da Bormida con quattro batterie da montagna.
La brigata del generale Ellena colle batterie a tiro rapido, la riserva.
Le teste delle colonne raggiunsero e sorpresero i passi verso Adua senza combattere. La colonna Albertone, avanzatasi su Abba Garima, si trovò ben presto impegnata contro l'intero esercito scioano. Di fronte alle forze preponderanti, non poté sostenersi a lungo e dovette ripiegare.
La brigata Arimondi, chiamata dal centro, a proteggere la ritirata della sinistra, non poté, a causa della ristrettezza della posizione, spiegare interamente le sue forze. Intanto l'attacco degli scioani si fece sempre più impetuoso su tutta la fronte ed anche avvolgente a destra ed a sinistra, obbligando le nostre truppe ad abbandonare la posizione.
Per le enormi difficoltà del terreno le artiglierie da montagna non poterono essere trasportate. Non si hanno ancora particolari sulle nostre perdite.
Il corpo di operazioni si ritira dietro il Belesa.

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La ritirata sull'Asmara
Massaua, 3. - Il maggiore Salsa informa che a Mai-Hainin si è concentrata una colonna al comando del maggiore Ameglio che ha inoltre seco il suo battaglione indigeno e le bande del Seraè e dello Scirè. Il reggimento di Boccard si è ritirato da Barachit in Adi Caiè, dove sono arrivati i colonnelli Stevani e Brusati colle loro truppe. Il generale Lamberti provvede alla radunata del corpo di operazioni in Asmara.

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